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 Luciana Benotto alla Fiera del Libro di Torino
 

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Solitamente vado alla Fiera del Libro di Torino per curiosare le novità librarie delle grandi case editrici, ma quest’anno ho pensato di vedere anche cosa offrivano quelle medie e piccole, perché ho realizzato che, in fondo, i libri degli editori più importanti si possono trovare dappertutto e quindi ho ritenuto più sfizioso vedere cosa proponevano gli altri, quelli che riescono a ritagliarsi solo risicati spazi nel mercato librario monopolizzato da colossi quali la Mondadori e via discorrendo.
Ho visto che, se si ha la pazienza di fermarsi a guardare e sfogliare nei piccoli stand, si possono trovare testi curiosi e simpatici.

La Fiera, come tutti gli anni, è stata animata dalle presentazioni di autori di grido, mentre quelli non pubblicizzati hanno avuto come sempre un po’ di difficoltà a farsi notare. Invece quest’anno a me, che faccio parte della scuderia di una piccola ma battagliera casa editrice, la UniService di Trento, è stata offerta l’opportunità di promuovere Armonia Mundi, il mio romanzo ambientato a Ferrara, alla corte degli Este nella seconda metà del Cinquecento che, appena uscito, Lidia lo scorso anno mi ha fatto presentare nella bella cornice di Villa Annoni, durante la Festa del Solstizio d’Estate.

Lo stand dov’ero, situato proprio vicino a quello della Mondadori e quindi luogo di forte transito dei visitatori, era stato opportunamente allestito con manifesti colorati, riportanti la copertina del romanzo. La casa editrice mi ha poi stampato molti segnalibri che mi sono divertita a regalare ai visitatori che, ringraziando per l’omaggio, sorridevano, o proseguivano il loro girovagare, oppure si fermavano a guardare e sfogliare il libro, mentre alcuni chiedevano quale fosse la trama; insomma si chiacchierava.
Devo dire che a stare fermi in uno stand ci si rende veramente conto del turbinio di persone che girano per la Fiera, fattore positivo questo, che dice che per fortuna di italiani che leggono ce ne sono ancora e che la lettura rimane tuttora un modo per evadere dai problemi quotidiani, oppure per immergersi a ragion veduta, nel caso di saggi o reportage, nei problemi concreti delle persone.
Dopo tutto questo tastare, sfiorare e guardare volumi, ho pensato che il libro telematico non prenderà mai veramente piede, perché come si può sostituire con un immagine virtuale con un oggetto così personale che puoi toccare con mano, sfogliare, pasticciare, portare con te e aprire e chiudere a tuo piacimento?
Il libro vero ci fa compagnia e, se ci piace, diventa un amico prezioso e poi, come si dice: chi trova un amico, trova un tesoro.