Associazione Culturale equiLIBRI

 A bon droit. Il piacere della vendetta

 


Luciana Benotto
ha presentato
il romanzo storico edito da
La vita felice

A BON DROIT.
Il piacere della vendetta

Venerdì 9 marzo 2018
presso
Le RADICI e le ALI
Via S. Rocco, 48
Cuggiono (MI)

Una serata molto interessante, arricchita di contributi iconografici, ha permesso al pubblico presente di scoprire - o di riscoprire -  alcune pagine della storia milanese. Infatti, dopo il successo del precedente Il duca e il cortigiano. Imprese d’arme e d’amore, edito da La vita felice, la nostra amica Luciana Benotto è tornata nelle librerie, sempre per la stessa casa editrice, con il suo nuovo romanzo storico ambientato tra il 1830 e il 1835: A bon droit. Il piacere della vendetta.

Come ricorda Pietro Verri, nella sua Storia di Milano (1783):

A fronte d’uno zio terribile, stavasene circospetto ed attentissimo il conte di Virtù. Milano, siccome dissi, era divisa in due padroni: Galeazzo II possedeva il castello di Porta Giovia, cioè il castello che ancora in parte internamente sussiste; e Barnabò possedeva un altro castello alla torre di Porta Romana, di cui veggonsi anco oggidì le vestigia dalla parte del Naviglio. Il conte di Virtù stavasene in Pavia: era una volpe che addocchiava destramente il vecchio leone. Mostrava il giovine conte di Virtù d’essere timido, irresoluto, debole in ogni sua azione. Bramava d’imprimere nell’animo di Barnabò tale opinione, che, considerandolo egli giovane da nulla ed incapace d’intraprendere un colpo ardito, nemmeno pensasse a tenersi difeso; e tanto seppe dissimulare in ogni azione, anche domestica, tanto attento fu nel rapportare il meschino personaggio propostosi, che ingannò supinamente lo zio, quantunque avesse giorno e notte al suo fianco Catterina Visconti, figlia di Barnabò, da Galeazzo sposata, sebben cugina, dopo la morte di Isabella di Francia, sua prima moglie. Barnabò derideva l’imbecillità del nipote, il quale ne’ suoi editti ancora spirava umanità, beneficenza e moderazione, mentre l’altro continuava a spaventare i sudditi con inesorabile ferocia...

Proprio quegli anni sono stati determinanti per Gian Galeazzo Visconti per dar seguito ai propositi di vendetta contro le ingerenze e i soprusi dello zio Bernabò.

Luciana ha saputo attingere a tutte le fonti disponibili, trasformando la Storia in un romanzo avvincente, grazie a personaggi - storici e di finzione - credibili e ben delineati nelle loro caratteristiche fisiche e psicologiche, ad un linguaggio elegante, poetico ed arricchito da citazioni erudite, ad una cura particolare per i particolari relativi alla vita dell'epoca - cibi, abiti, danze... - e ad una sapiente orchestrazione di situazioni annunciate, riprese e sviluppate in tempi diversi.

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