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 Widad Tamimi - Il caffè delle donne
 

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GIOVEDI' 7 MARZO 2013
ore 21,00
Presso lo spazio Polifunzionale
"Le Radici e le Ali"
Via S. Rocco 48 - Cuggiono

WIDAD TAMIMI
ha presentato
Il caffè delle donne
(Mondadori)

Guarda la locandina

 

Si ringrazia per la collaborazione
Ecoistituto della Valle del Ticino
Libreria Memoria del Mondo

«In casa mia non c’erano gli odori che c’erano nella tua, noi non mangiavamo pastasciutta abbiamo conosciuto altre spezie diverse, annusato profumi diversi. Io non sono italiana, punto. Io sono “anche” italiana, ma una fortissima componente di me ha radici mediorientali. E io sono il risultato di più identità».

Con questo sfogo, Qamar, la protagonista de Il caffè delle donne, romanzo d’esordio della giovane scrittrice Widad Tamimi (padre profugo palestinese fuggito dall’occupazione israeliana, madre di origini ebree, la cui famiglia scappò a New York durante la Seconda Guerra Mondiale e una vita vissuta in Italia) esprime e riassume i problemi, le frustrazioni, il difficile equilibrio di chi vive la propria identità come frutto di culture diverse e cerca disperatamente le proprie radici. Un romanzo dove prevalgono due dimensioni: una, più intima e personale, legata alla ricerca di sé, ma anche ai rapporti familiari e sentimentali, e quella dei sensi, stimolati in primo luogo dal rito della preparazione e della degustazione del caffè.
Abbiamo avuto il piacere di parlare dei tanti temi presenti in questo romanzo con la giovane autrice, che nel corso della serata ha risposto a numerose domande.
Oltre a raccontarci che la parte dedicata all’infanzia ed all’adolescenza della protagonista presenta diversi tratti autobiografici, Widad ha approfondito i tratti e la genesi di alcuni personaggi, ha precisato il suo pensiero riguardo il ruolo della famiglia e, in particolare, della donna nei paesi arabi e il suo atteggiamento verso una violenza fisica subita – fenomeno purtroppo generalizzato e non certo ristretto a singole aree geografiche. Si è soffermata anche sul fondamentalismo, sulle diverse anime che convivono in un’unica città e, naturalmente, sull’immancabile rito del caffè e sul significato della lettura dei fondi rimasti nella tazza.


Solo smettendo di sentirsi divisa tra nostalgia del passato e l’attesa del futuro, dopo aver scelto l’uomo con cui condividere la vita e superato una grave perdita, Qamar, la protagonista del romanzo, ha saputo ritrovare la propria armonia. Questo ci ricorda senz’altro i modi pacati ed equilibrati dell’autrice che ci ha lasciato, fra l’altro, un importante messaggio di pace.
Widad, che può vantare una multietnicità così marcata, diventa quasi, con la sua famiglia, la sintesi vivente di due mondi – Oriente e Occidente – diversi, ma solo apparentemente inconciliabili, e dimostra come sia possibile integrare diverse identità senza subirle.

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