Io
non sono uno scrittore esperto, anche se amo molto questa forma di espressione.
Il romanzo pubblicato su "ilmiolibro" - pur possedendo una trama ed una logica
interna, per così dire, autosufficienti - è solo la prima parte di un'idea molto
più vasta, che iniziai ad elaborare oltre venti anni fa ma che, per varie
ragioni, è rimasta ancora largamente incompiuta. Come tale, il racconto
probabilmente soffre delle trasformazioni che la mia personalità ha subito nel
frattempo e che, nonostante lo sforzo di rielaborazione, non sono del tutto
riuscito a sfumare. Sul sito web ho tracciato un sommario profilo personale, in
cui mi definisco un "timido sognatore di mondi ideali ed avventure oltre il
tempo, amante del disegno, della chitarra elettrica e delle filosofie,
affascinato da ogni forma di pensiero capace di scorgere singolarità che
sfuggono al senso comune..."
In realtà, non saprei dire quante siano davvero le cose che mi interessano data
la mia curiosità, che ha quasi del patologico e che spesso travalica ampiamente
le mie limitate energie... Nella vita, sono un impiegato di un'ASL della
provincia di Torino, coniugato, quarantacinquenne... fondatore, assieme ad altri
amici, di un centro di studi filosofici con sede a Torino. Sono stati due di
loro a spingermi a provare la via del self-publishing, vincendo le mie reticenze
in merito. Ora, dopo i generosi giudizi espressi nei miei riguardi da alcuni
"colleghi" che hanno avuto la bontà di visitare la mia pagina, ed il caldo
incoraggiamento di Luciana, inizio a credere di aver fatto un buon lavoro.
"K’hell-Imar
è un pianeta della Periferia Galattica, quasi del tutto sommerso da una selva
mostruosa ed impenetrabile, che cresce fra le acque stagnanti di un’oceanica
palude. Per sopravvivere a questo terrificante habitat, gli indigeni si
aggrappano a credenze consolatorie reiterando le stesse immutabili consuetudini,
finché non accade qualcosa di anomalo.Nel villaggio di Ghul’ì-Po, in una
famiglia timorata ed osservante della Tradizione, nasce un bambino al quale
viene dato il nome Athon. Molto presto, l’insolito ragazzino manifesta chiari
segni di intolleranza nei confronti del torpore intellettuale dei consanguinei e
delle superstizioni nelle quali fanno cieco affidamento. Quest’ insofferenza lo
spingerà, non ancora ventenne, ad arruolarsi in una pericolosa spedizione di
minatori spaziali su uno sciame di asteroidi metalliferi, pur di liberarsi
dall’asfissiante mentalità dei suoi ottusi conterranei. Ha, così, inizio
un’avventura che lo condurrà ad esiti che trascenderanno di gran lunga le sue
più spregiudicate immaginazioni, ma che lo costringeranno pure a brucianti
disillusioni ed a turbolente riconsiderazioni delle sue convinzioni più ferree.
Guidato come da uno sfuggente disegno superiore attraverso un’imprevedibile
odissea spaziale, si ritroverà protagonista di una rivoluzione interplanetaria
che lo trasformerà, suo malgrado, in una sorta di leggenda vivente. Un eroe
triste che pagherà il trionfo degli ideali tanto inseguiti con il sacrificio di
tutti i legami affettivi: in special modo, dell’inatteso amore di una donna
fuori dal comune. E con il dubbio irrisolto di aver commesso un tragico errore…"
A dispetto delle apparenze, questa è una storia senza pretese.
Pur avendo conosciuto una genesi travagliata, essa non ha velleità artistiche,
né insegue altro scopo che la soddisfazione di un intimo bisogno: dare corpo ad
una vicenda fantastica cresciuta in anni di solitarie elucubrazioni. In
definitiva, nient’altro che un sogno ad occhi aperti… Tuttavia, ciò non
significa che l’intreccio sia privo di influenze, o che sfugga ad altre chiavi
interpretative. Spesso, gli esiti di un’opera trascendono (nel bene e nel male)
le originarie intenzioni dell’autore. Il giudizio finale, in tal senso, spetta
in primo luogo agli eventuali lettori, i quali, proprio per questo, avrebbero
diritto a ricevere alcune avvertenze preliminari. Per quanto ad occhi aperti, un
sogno è pur sempre un’avventura interiore dove situazioni e personaggi non
raramente riflettono, sebbene in forma alterata, eventi e suggestioni di quella
che convenzionalmente definiamo realtà. Se mi è concessa un’aspettativa al
riguardo, mi piacerebbe che le peripezie di Athon Grann e dei vari protagonisti
del dramma cosmico di cui è testimone fossero lette soprattutto sotto questa
luce. Trasfigurazioni simboliche di moti dell’animo: slanci emotivi ed ideali,
speranze disattese, desideri inespressi; insopprimibili curiosità che alimentano
un’inesausta tensione verso un ignoto che pure spaventa, e che rende le
determinazioni perennemente vacillanti. Un caleidoscopio di elaborazioni che
rende ragione della complessità della trama, più una sinfonia che una partitura
per solisti, nella quale gli avvenimenti guizzano come in un gioco di
riflessi.Se il piano onirico del romanzo è principalmente debitore nei confronti
di certa letteratura e cinematografia d’evasione tuttora frequentate, devo
ammettere che i riferimenti ad episodi della storia contemporanea e della
recente attualità mi sono stati dettati dal viscerale interesse per le sorti
dell’uomo. Un coinvolgimento iniziato molto presto e che mi ha spinto a cercare
risposte nella storia, nelle scienze sociali ed antropologiche, e nella
filosofia. Nonostante gli sforzi compiuti, non sono riuscito ad evitare che
questi aspetti della mia biografia esercitassero la loro ingombrante influenza
sulla tessitura della narrazione. Spero, tuttavia, in misura tollerabile…Non,
comunque, tale da pregiudicare l’approccio ricreativo alla lettura ed il piacere
di immaginarsi le scene descritte secondo le libere istanze della fantasia. E’
solo per comodità di scrittura che ho attribuito caratteristiche sommariamente
antropomorfe a personaggi la cui natura ciascuno può rappresentarsi come
preferisce. Analogamente alle malriuscite invenzioni di armi e tecnologie
futuribili, che hanno il puro obiettivo di indurre il lettore ad una gemmazione
di dimensioni visionarie capaci di espandere all’infinito la vicenda originaria,
alla stregua di un gioco capovolto di scatole cinesi.
Silvio Bonisolo
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Ultimo aggiornamento:
15-12-10